Nelle storie 60 e 61 del mio libro sui Maya, si tratta con dovizia di particolari a proposito di sacrifici umani, autosacrifici e cannibalismo. Qui sotto si può osservare la raffigurazione di un importante dignitario maya mentre si sta trafiggendo il pene per donare il proprio sangue prezioso alle sue esigenti divinità: questi dei crudeli, per garantire agli uomini la vita, esigevano sangue nobile che doveva spillare dalla lingua o, meglio, dagli organi sessuali. La raffigurazione qui sotto è parte delle recentissime scoperte del giovane archeologo americano William A. Saturno nel sito di San Bartòlo, nel nord-est del Petén, Guatemala. La faccenda che sta rivoluzionando tutta la storia dei Maya classici è che questi magnifici affreschi sono stati eseguiti tra il II e il I secolo a. C., vale a dire 6/7 secoli prima di quello che veniva ritenuto l’apice culturale di questo popolo! Oggi altre scoperte stanno confermando che i Maya avevano raggiunto certi vertici artistici e culturali assai prima di quanto si era fino a oggi creduto.