Scrissi questa poesia i primi mesi del 1973, avevo poco più di 18 anni e mi drogavo con Palazzeschi, Buzzati, Baudelaire, Rimbaud e Verlaine. Lavoravo in catena di montaggio, a Mirafiori e studiavo di sera. Vivaldi, Beethoven, Guccini e Dylan mi aiutavano a mettere insieme il duro e lungo mattino con i dolci studi serali. Ero bravo, davvero: in tutti i sensi.
Questi versi non li ho mai pubblicati: mi piacciono tanto e me li voglio dedicare per il mio compleanno. Oggi posso dirlo con soddisfazione: sono stato capace durante questi anni di realizzare quasi tutte le aspettative di quell’adolescente testardo e sognatore.
Spirito leggero
spirito veleggiatore
senza rombo senza motore.
Tra guglie e spigoli vivi
dipingi spirali
sali
sali.
Guglie e spigoli vivi avidi
sempre di carezze a spirali
sali
sali
sali.