APPENDICE
La poesia qui sotto, che si intitola “Inno al Culo (Bar Elena), è stata aggiunta quando questo libro era già in fase di correzione delle bozze. Non ho potuto ometterla perché in verità mi pare che il suo posto più giusto sia questo lavoro: non so se nel futuro questa poesia potrebbe essere accolta così bene come lo è qui.
La sua genesi, lunga vari mesi, è stata assai laboriosa, pur se l’idea – o l’ispirazione di fondo – fu folgorante. Ci ho messo un paio di settimane a scriverla e a correggerla e mi piace di puntualizzare che è nata come una piccola sceneggiatura cinematografica, durante le mie interminabili serate e notti trascorse sotto i portici di piazza Vittorio Veneto a Torino, ai tavoli dello storico Caffè Elena, di fianco al Cinema Empire, un piccolo gioiello liberty. Due sono i riferimenti precisi: Aldo Palazzeschi e Federico Fellini (Amarcord).
Inno al Culo (Bar Elena)
Affacciato al mio tavolino
Respirando i portici antichi
Dentro quei rari infiniti,
Ospiti inattesi che mi lasciano ebbro e tramortito,
Incollo i miei ragionamenti a questo fluire
Ora lento ora ticchettante ora nervoso
Di carovane
Carovane estenuanti di culi.
Culi sicuri
Timidi culi
Culi che sospirano
Culi che parlano
Culi che cantano culi che urlano
E son culi soprani
Culi baritoni
Culi a cappella.
Culi bugiardi
Culi sinceri
Culi sereni
Culi nevrotici.
Culi insonni
Culi dormienti
Culi che raccontano storie
Culi che tacciono ostinati.
Culi che ricambiano gli sguardi
Culi che passano silenti e sdegnosi
Culi che ridono
Culi che piangono
Culi lamentosi.
Culi smorfiosi
Culi impettiti.
Culi atei
Culi cristiani
Culi musulmani
Culi politeisti
Culi buddisti
Eretici culi anelanti roghi.
Culi a bizzeffe
Culi a folate
Ondate di culi
Valanghe di culi
Inquadrati in falangi in legioni in reggimenti
O disordinati sparpagliati solitari
Anarchici culi.
Culi pluralisti liberali fascisti democratici
Comunisti.
Incapaci tutti di allontanare i miei occhi
Adolescenti
Critici analitici sistematici
Che ai pensieri regalano matite colorate
Per disegnare ghirigori inutili.
Ho appiccicato pupille puntute a
Culi nebbiosi a
Culi incerti a culi dubbiosi.
Ho inseguito
Culi tremolanti
Culi secchi
Progetti di culi
Culi invidiosi.
Ho assaporato culi immensi come province
Culi sterminati culi infiniti
E culi piccini culi graziosi
Culi infantili.
Ho degustato culi profumati
Culi fragranti olezzanti ritmi tropicali
Culi di sabbia
Culi a strapiombo culi verdi come acque
O blu profondi insondabili culi colorati di mistero.
E tutto questo affannarsi di culi
Ho rimirato inseguito anelato
Affacciato al mio tavolino
Tra rare sorsate d’infinito
Tracannate respirando i portici amici.