SHAMS OD-DIN MOHAMMAD HÂFEZ: VERSI SUL VINO
Questa magnifica antologia, tratta dal Canzoniere del poeta persiano Hâfez (Shirâz, circa 1320/1390), fu pubblicata con grande merito dall’Associazione Culturale Giulia Falletti di Barolo per i tipi de L’Artistica Editore (Savigliano, CN) nel 2006. Edizione fuori commercio, presentata da due giganti del Barolo: Maria Teresa Mascarello e Giuseppe Rinaldi (dal quale l’ho avuta in omaggio, con squisita sensibilità). Prefazione di Sandro Sangiorgi e, soprattutto, una straordinaria introduzione del curatore Riccardo Zipoli che spiega con dovuta competenza, e passione, i canoni del tutto peculiari del GHAZAL persiano: uno stilema culturale in cui Amore e Vino sono elementi fondamentali con i quali gli artisti persiani si confrontano soprattutto in maniera simbolica ed emblematica. I riferimenti alla letteratura araba di epoca abbaside sono assai evidenti (vedi Abu Nuwas e dintorni), con una sostanziale differenza: i poeti persiani non necessariamente sono nel quotidiano consumatori del vino dei conventi cristiani: il Vino in questi versi è da intendersi come simbolo e metafora. L’antologia, 100 pp., include una scelta di 486 ghazal, che sono componimenti in rima simili ai nostri sonetti di 7/10 versi divisi in due emistichi.
Qui di seguito ne cito, a esempio, sette: vere perle.
Mesci ancora il tuo vino, o coppiere, perché in paradiso non trovi le sponde del fresco ruscello e il giardino fiorito di questa città.
Bevi, o poeta il tuo vino, e poi lasciati andare a serena follia, non seguire l’usanza di far del Corano un tranello che inganna.
Tu reca a me il vino, e io a te dico il segreto del cosmo, di quale aroma volersi ubriaco, e qual(e) volto si debba sognare.
Ecco che qua sono giunti due amici perfetti: una brocca di limpido vino e(d) un libro di versi.
Morto il cuore, lo spirito esanime, ed ecco, un sentore di vino nel vento, e son vivo.
Felice quello cui, come al poeta, vino d’eterno fa colma la coppa.
Solo il vino che giace nell’otre sapiente disvela misteri e segreti.
Nota finale ma tutt’altro che marginale: il libro è illustrato in maniera magnifica da Eugenio Comencini Savona, 1939/2015, Torino).