Antonia Pozzi è una poetessa milanese morta suicida, a neanche 27 anni di età.
Figlia di un avvocato importante e di una contessa, studiò al Liceo Manzoni e si laureò con una tesi su Flaubert. Innamorata del suo professore di greco e latino, prigioniera dentro il perbenismo borghese della sua famiglia e di suo padre Roberto, sensibilissima e coltissima, percepì sulla sua pelle – di sensibilità estrema, letale infine – il disfacimento dei suoi tempi, immediatamente prima della Seconda Guerra Mondiale.
Scelse lucidamente i barbiturici per lasciare un mondo che le era diventato ormai insopportabile. La sua opera poetica, Parole, fu pubblicata postuma da Mondadori.
La poesia che qui offro ai miei lettori è tra quelle che mi sono più care. Anche perché la sola parola, il semplice concetto di “pudore” è oggigiorno alieno alla nostra sconsiderata cultura. E quanto questo mi procura dolore.