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Due parole laiche sul Sacro Lenzuolo, la Sindone, The Holy Shroud: andare a questionare se l’impronta impressa sul lino sia o meno attribuibile a Gesù Cristo è operazione di idiota inutilità. Inutile se si è credenti, ancor più inutile se credenti non si è.
In ogni caso, quell’incredibile rettangolo di lino con quella somma testimonianza del dolore fisico di un uomo, chiunque egli sia stato, ha raccolto per secoli l’adorazione, le preghiere, le speranze, i voti, il dolore, la gioia di milioni di persone: anche soltanto (soltanto!) per questo fatto, merita da parte di chiunque il rispetto e lo stupore che deve sempre essere riservato a qualunque simbolo che racchiude le credenze di parti dell’umanità, piccole o grandi esse siano. Sulla cultura delle reliquie sono stati scritti oceani di inchiostro, ma non si può e non si deve prescindere dal rispetto, anche quando – Umberto Eco in Baudolino ha vergato delle pagine di memorabile ironia attorno a queste vicende – il punto di vista non è quello del fedele.
E personalmente, non essendo credente, non trovo scandaloso che delle reliquie e della fede si faccia commercio: almeno serve a campare famiglie, come diceva con buonsenso contadino San Pio da Pietrelcina.