Nun bevo che Frascati. Lo sciampagne
me mette in core come un’allegria
per una cosa che m’ha fatto piagne:
o pe’ di’ mejo sento
che er piacere che provo in quer momento
è foderato de malinconia.
Er botto che fa er tappo
quanno lo strappo, er fiotto de la schiuma
me rappresenta la felicità
che appena nasce, sfuma
come viè, sparisce.
E’ un componimento abbastanza celebre – certo non come la faccenda della statistica e dei polli o quella della mosca e della felicità – di Carlo Alberto Salustri, vissuto a Roma tra il 28 ottobre 1871 e il 21 dicembre 1950 (per una di quelle stranezze della vita, egli morì lo stesso giorno del Belli). Il 1 dicembre 1950 il Presidente Luigi Einaudi lo nominò Senatore a vita; presago della vicina dipartita, pare esclamasse: “M’hanno nominato senatore a morte!”. Una piccola curiosità: fu padrino di Sandro Ciotti. Ma Trilussa fu uno dei pochissimi che, essendo poeta, fece il poeta per vivere, certo non da benestante, malgrado la fama.